Tra le tante vacanze che ho trascorso in Scozia, quella del 2004 resta una delle più belle ed intense, oltre che uno di quelle in cui mi sono divertito di più!
Potrei ricordarla grazie agli scatti di Ernesto, che anche se non eravamo gnocchi come le sue modelle seminude si è prodigato con gioia nel realizzare un meraviglioso album di ricordi fotografici.
O per il George, antico e caratteristico hotel di Invereray, con ben due bar al pian terreno, centinaia di varietà di whisky, e sette caminetti.
Per il kebabbaro di Fort Williams, che pur di fare un piacere a Loris siamo finiti al cinese, più pacchiano e di certo più velenoso ancora.
Per la verde Isle Of Skye con la vecchia finta decorativa di fianco al caminetto, per esserci persi nel cuore della notte nel bel mezzo del nulla (Loch Torridon = nulla), e per la festa a Garve degli anziani dai molti tatuaggi.
O per tutti i marciapiedi presi in pieno con la anteriore destra. E quando non era il marciapiede, era il cambio della Vauxhall Zafìra: prima, seconda, e terz... oops oh no, di nuovo la prima!
Grazie al Gary del Bar Bazza di Inverness per averci invitato al party, facendoci entrare dalla porta sul retro, oltre ad un ringraziamento sentito alla polizia per averci riportato Achille smarritosi, tra le strade impregnate di nebbia e fumi al profumo di torba, lungo la sponda errata del fiume Ness.
E la festa nella hall di un albergo a Pitlochry, dove gli scozzesi volevano tagliarci la testa? E le vecchiacce che ho inzuppato involontariamente con una pozzanghera?
Niente Aberdeen o Dundee quell'anno, poco Glasgow e poco river Clyde. Ma ci siamo immersi per un paio di giorni nella magica Edimburgh. Tra tutte quante, resta la mia città preferita. E non solo per la giovane dai capelli rossi che prendeva il sole lungo la riva del Firth Of Forth, capezzoli al vento.
Potrei ricordare il viaggio del 2004 per tutto questo, ma poiché questo è un blog culturale, preferisco non divagare e concentrarmi su di un po' di cultura!
Bad English 1
Finalmente a Biggar troviamo un ristorante serio. Niente haggis, fish and chips, thai o cineserie varie.
Finalmente Loris può ordinare un buon main course di quelli da uomini veri: un'ottima Fisherman's Pie con una buona pinta di Real Ale.
Poteva la cameriera fare finta di nulla? Lei ci stava provando per davvero.
Dovevamo io e Giovanni far notare che forse c'era qualche cosa di strano? No di certo, non volevamo infierire!
Poteva Tom starsene zitto?
Tom: "Loris, are you sure? Fisherman's pee? Oh... that's another story!"
Bad English 2
Capisco gli spaghetti alla bolognese: andare in Scozia per ordinare un piatto di spaghetti è certamente deprecabile, ma capisco.
I miei dubbi riguardano invece gli spaghetti alla milanese. Che siano spaghetti allo zafferano? Spaghetti col risotto? Spaghetti con la cotoletta?
Sono uno di quei nomi italiani messi lì così, tanto per gabbare qualche pence in più agli ignari avventori scozzesi, oppure esistono per davvero anche in Italia?
Questo è ciò che non capisco!
Nonostante questo mistero, il napoletano di South Bridge ad Edimbourgh era un mago del Fish and Chips.
Il suo Take Away Restaurant era il nostro faro in mezzo al buio per quando la notte si brancolava ubriachi uscendo dal Liquid Room. O ubriachi uscendo dall'Espionage.
O dopo quella volta che siamo tornati ubriachi dal Frankenstein Pub più Espionage più Liquid Room più Finnegans Wake, oltre a svariati pub di Market Street, una prosciutto funghi e ananas, diverse extra cold pints all'Hard Rock Cafè, e qualche passeggiata lungo le meravigliose Princess e Victoria Streets. Non necessariamente in questo preciso ordine.
But that's another story, ma friend.
Quel pomeriggio eravamo ancora sobri e sinceri, mentre attendevamo con pazienza la friggitura nel grasso sintetico di pecora del nostro merluzzo con le patatine.
Una giovane scozzese, bionda oltre che carina più che mai, lega il suo cane ad un lampione e poi entra, guarda caso, proprio nel nostro take away.
Lino, viscido come una lumaca, riesce a vincere la massima onorificenza come corteggiatore nell'anno, ed ancora oggi è il detentore passato presente futuro di ogni titolo a riguardo.
Vero che di due di picche ne ho visti tanti (devo tristemente ammettere di essere un professionista in ciò) ma qui si tratta di un professionista più professionale ancora, da cui c'è solo da imparare.
Pochi secondi, ed è già un disastro. Lei esce dal locale, trascina via il suo cane, e sparisce nel mezzo della foschia lungo North Bridge. Spero ancora oggi che non si sia buttata giù di sotto.
Lino, detto Mr. Wood, si interroga: "Ma si è arrabbiata? Perché si è arrabbiata? Era una battuta simpatica, niente di che! Una cosa così, tanto per rompere il ghiaccio."
ehm... d'accordo...
"Le solo detto che il suo cane era fuggito via, così per scherzo!"
ehm... banale, ma efficace!
"Cosa ho detto di preciso? Le ho detto..."
ahia!
"YOU DOG GO HOME!"
Sorry Mr. Wood: forse BITCH era la parola che stavi cercando!
2 commenti:
Lo so, la scozia è veramente bella, ma da bolognese da più di 40 anni, ho conosciuto (questo a Chicago qualche anno fa) un piatto che neanche la nonna, bolognese e oltre non vado, conosceva. Ottimi i tortellini che faceva (ed io rinchiuso in camera e guardato a vista per scongiurare il terrore che ne mangiassi una discreta quantità crudi e di nascosto). Purtroppo non evevamo però mai sentito parlare degli spaghetti 'alla bolognese'. Invece avevamo anche fantastiche tagliatelle (logicamente fatte a mano), semplicemente al ragù.
Ho notato che all'estero qualsiasi pietanza condita con il ragù di carne venga detta "alla bolognese".
Di conseguenza il piatto tipico italiano più famoso al mondo sono proprio gli "spaghetti alla bolognese"! Pazienza che non sia poi così tipico visto che a Bologna con il ragù alla bolognese si condisce tutto tranne che gli spaghetti, ma vabbè... per lo meno è abbastanza chiaro di che cosa si tratti!
Ma sul listino di quel take away c'erano per davvero anche gli "spaghetti alla milanese" ... e di piatti milanesi famosi ce ne sono, ma non mi pare che Milano sia famosa per qualche suo sugo....
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